Prima edizione dei Percorsi Guidati del CSSTO - Associazione per il Parco Culturale di Camaiano

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Prima edizione dei Percorsi Guidati del CSSTO

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Grandissimo successo della prima edizione dei Percorsi Guidati organizzati dal CSSTO
nel pomeriggio  di sabato 24 maggio.


In una splendida giornata di sole più di 50 persone si sono ritrovate nel parcheggio presso il paese di Gabbro e, dopo una breve introduzione descrittiva del percorso da fare da parte delle due guide Barbara Sandri e Giovanni Bracci, si sono incamminati verso il sottostante Botro Sanguigna per raggiungere le prime mete in programma: due dei sette mulini che nel corso dei secoli sono stati costruiti lungo questo botro ricco d’acqua anche nel periodo estivo.
Arrivati al primo mulino da visitare, detto di Cima, Barbara ha preso la parola ed ha descritto con minuzia di particolari la storia di questo opificio, le cui prime testimonianze risalgono alla fine del 1700, e le sue caratteristiche funzionali e costruttive.
Questo mulino era a due palmenti, ovvero aveva due distinti apparati di macinatura, composti ognuno da due macine, quella inferiore fissa detta sottana e quella superiore mobile detta soprana, mossa da una piccola ruota orizzontale chiamata ritrecine, alloggiata nel sottostante vano chiamato carceraio.
L’acqua in pressione che faceva girare la ritrecine era comandata a piacere dal mugnaio attraverso delle saracinesche che consentivano di regolare l’afflusso di acqua proveniente dal sovrastante bottaccio, o gora, ovvero una sorta di vasca di accumulo dell’acqua derivata a monte direttamente dal torrente in corrispondenza di uno sbarramento detto serra.
La visita è poi proseguita verso un altro mulino chiamato di Bucafonda posto più a valle, in un luogo incantato in mezzo ad un bosco ombroso, con il torrente che si insinua tra le rocce serpentinose formando anse, salti, spiaggette di ghiaia ed una cascata di più di 10 m al di sotto della quale si apre una vista spettacolare sulla sottostante vallata.
Bucafonda rappresentava un complesso molitorio molto importante, composto da più opifici, uno dei quali, caso unico per tutti i Monti Livornesi, a ruota verticale e non a ritrecine; l’abbondanza di acqua in questo punto e le favorevoli condizioni morfologiche ed idrauliche hanno infatti consentito di edificare un mulino con questa tipologia di macchina idraulica.
Il mulino di Bucafonda, di origini  antichissime (ci sono testimonianze verbali che al suo interno ci fosse una targa riportante l’iscrizione "…questo molino nel 1600 era già antico…")  ha proseguito la sua attività fino al 1946; adesso si trova, come gli altri mulini situati a monte, in condizioni precarie e sarebbe assai importante mantenere questa testimonianza del passato adottando un opera di restauro conservativo e di messa in sicurezza in modo che questo splendido manufatto possa essere goduto anche dalle prossime generazioni, ad imperitura testimonianza di un nostro passato del tutto diverso da ciò a cui siamo abituati adesso.
La passeggiata si è quindi protratta tra sentieri ombrosi racchiusi tra querce secolari, macchia mediterranea e spiazzi erbosi nei quali la fanno da padrone le orchidee spontanee ed i gladioli selvatici, per attraversare il ponte sul Botro Sanguigna e risalire fino alla cava dismessa presso la quale veniva estratto un marmo verde, la serpentinite, per farne lastre a scopo ornamentale.
L’insieme dell’ambiente estrattivo è veramente suggestivo; le nude pareti di roccia, che formano una quinta sullo sfondo della cava, sono incorniciate dalla vegetazione naturale, formata prevalentemente da pino marittimo, e si rispecchiano nel laghetto che si trova ai loro piedi, alimentato anche da acque sorgive.

Qui, Giovanni ha fornito alcune informazioni sull’origine delle serpentiniti, rocce magmatiche povere di silice e ricche di magnesio, che si sono formate in ambito oceanico per l’allontanamento di zolle tettoniche circa 150 milioni di anni fa, successivamente strappate dalla loro sede ed inglobate nell’edificio appenninico quando 20 milioni di anni fa lo scontro tra la placca africana e quella europea ha dato origine all’orogenesi appenninica; sulla presenza di interessanti mineralizzazioni simili a quelle di magnesite dei dintorni di Castiglioncello; ed infine sulle modalità di estrazione con il filo elicoidale che venivano impiegate al momento dell’esercizio dell’attività estrattiva.
Una parte del gruppo si è quindi allontanato proseguendo sul sentiero dell’Ippovia per raggiungere in breve tempo il Podernuovo, dove Tatiana ed Alba hanno servito gustose preparazioni a base dei prodotti delle Aziende della zona, accompagnate da infusi di erbe officinali e vino delle fattorie di Paltratico e Cappellese: il tutto rigorosamente a Km zero e senza plastica !!!

L’altra parte del gruppo, prima di raggiungere lo "Spuntino Contadino", ha fatto un percorso diversivo nella sottostante valle del Botro Riardo, godendo degli splendidi panorami esistenti, osservando la vegetazione riparia spontanea e le ordinate colture di fieni, grano e girasole, transitando per la famosa località di Camaiano, dove in epoca romana sorgeva il Castrum Camaianii
ed in età medioevale la Pieve di San Giovanni in Camaiano.
Dopo la sosta rifocillatrice, e dopo aver goduto dello splendido ambiente di Podernuovo e dell’incantevole vista della vallata del botro Sanguigna, di Monte Carvoli e del Botro Riardo, all’ombra di giganteschi pini domestici di inusuale bellezza, il cammino è proseguito attraversando nuovamente il Botro Sanguigna per giungere all’ultima tappa del percorso: l’affioramento di Tripoli di Paltratico, unica emergenza di questo tipo in Toscana. Giovanni ha descritto la natura di questo sedimento siliceo depostosi circa 5 milioni di anni fa in un mare tranquillo, circondato da isole, nel quale vivevano pesci in parte estinti ed in parte ancora viventi; questo affioramento è famoso e studiato da numerosi scienziati fin dalla metà del 1800 a motivo del fatto che rappresenta una fonte inesauribile di reperti fossili (pesci, foglie di alberi vari, insetti e larve di insetti, piume di uccello), spesso perfettamente conservati, che arricchiscono le collezioni di musei italiani e stranieri.
Terminata la visita all’affioramento di Tripoli, il gruppo ha proseguito sulla via del ritorno godendo di ulteriori panorami, al momento ancora più suggestivi per la luce del prossimo tramonto. All’arrivo tutti un po’ stanchi, ma ampiamente soddisfatti della bella giornata trascorsa all’aria aperta, in piacevole compagnia, alla scoperta di alcune delle inaspettate ricchezze che il nostro territorio offre.

Ma non è finita qui !!! nuovi percorsi e nuove iniziate sono allo studio ed in cantiere: visitate il nostro sito web e restate informati. Non ve ne pentirete !!!





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