Replica all'articolo "Mangiarsi la collina verde o perdere il lavoro" - Associazione per il Parco Culturale di Camaiano

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Replica all'articolo "Mangiarsi la collina verde o perdere il lavoro"

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Va benissimo il confronto, ma non partiamo dal piede sbagliato!


L'articolo
di Anna Cecchini, pubblicato il 2 ottobre 2013 sulla cronaca di Rosignano de Il Tirreno, descrive in grandi linee le argomentazioni dei due fronti, pro e contro la cava, ma andrebbe  letto fino in fondo perché proprio le prime frasi, quelle che spesso sono le uniche lette da chi sfoglia frettolosamente il giornale, distorciono la realtà dei fatti.

Cominciamo subito dal titolo:
"Mangiarsi la collina verde o perdere il lavoro"
Ci teniamo molto a precisare che il fermo di  produzione da parte della fornace non dipende dalla mancanza di argilla
ma dalla crisi del settore edilizio, e che in questo periodo non sarà certamente la produzione di mattoni a garantire il posto di lavoro e lo stipendio agli operai della fornace! I piazzali della Donati Laterizi sono pieni di pancali di materiale invenduto e sono ben visibili gli enormi cumuli di argilla ancora in attesa di lavorazione. Oltretutto, possiamo dimostrare che la Donati Laterizi ha la possibilità immediata di rifornirsi di argilla, prelevandola da grosse giacenze non lontane dal Gabbro, e quella futura di utilizzare altre cave al posto di quella del Gozzone, già inserite nel piano cave della Provincia di Pisa. Contestiamo quindi la tanto paventata necessità di deturpare il nostro territorio rovinando le famiglie in esso operanti per salvaguardare lo stipendio agli operai della fornace.
Vogliano sottolineare anche che la zona interessata dal progetto cava non è una semplice “collina ricoperta di alberi”
;  si tratta invece di circa 40 ettari di ottimo terreno agricolo sul quale domina un antico casolare in buono stato di conservazione, collocato nel mezzo di una campagna tipicamente toscana facente parte delle aree definite “di pregio per valori paesaggistici e ambientali”.
Infine troviamo veramente riduttivo (per non dire spregiativo ed offensivo) definirci “un manipolo di paladini dell’ambiente”
ed anche  scorretto scrivere che puntiamo “a lanciare …. un’economia bio fatta di agricoltura e turismo”: il territorio in questione già vive di questo! Da molti anni vi esistono delle importanti realtà economiche agricole ed agrituristiche; decine di persone lavorano nelle aziende intorno al Gozzone ed hanno investito una vita di sacrifici e capitali credendo nell’agricoltura di qualità che permette di bandire le nostre tavole con del cibo sano, di provenienza e qualità garantite. Sono già in corso progetti sia di ampliamento che di nuovo impianto; noi non “lanciamo” nulla di nuovo ma stiamo promuovendo l’incremento e lo sviluppo di nuove attività eco-sostenibili.
A breve presenteremo delle relazioni tecniche a dimostrazione di quanto sosteniamo, chiedendo alle Amministrazioni di tenerle nella dovuta considerazione.

CSSTO,  03-10-2013

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